Tutte le grandezze economiche possono essere espresse in termini reali o nominali. È importante conoscere la differenza in modo da non essere fuorviati quando si dà una notizia. Per spiegare questo, seguiremo l’esempio della differenza di crescita del PIL nominale o reale.
In generale le magnitudini nominali sono quelle che sono in “lordo”. Naturalmente, anche l’inflazione è importante. Sono proprio le magnitudini reali che sottraggono l’effetto dell’inflazione alla magnitudine nominale.
Quando si parla in termini reali, ci si riferisce ai prezzi dell’anno base. In altre parole, viene fissato un determinato anno come riferimento e vengono presi i prezzi dell’anno base dei prodotti da studiare. In questo modo, negli studi viene escluso l’effetto dell’inflazione. Il processo di conversione di un valore nominale in termini reali si chiama appunto aggiustamento dell’inflazione. E grazie a questo adeguamento, i valori reali sono un’eccellente misura del potere d’acquisto netto, indipendentemente dalle variazioni di prezzo nel tempo.
Quando si parla in termini nominali, al contrario, il valore dei prodotti è in prezzi correnti, cioè tenendo conto dei prezzi che ci sono al momento dello studio sul mercato, quindi includiamo l’inflazione o la perdita di potere d’acquisto della moneta.
Questo è di grande importanza. Supponiamo che nelle notizie si senta dire che l’economia cresce ad un livello del 2% all’anno, cioè il PIL cresce al 2%. In questo caso dobbiamo chiederci: è una cifra reale o nominale?
Reale = nominale – inflazione
Se si tratta di una cifra nominale, l’ammontare che l’economia è cresciuta in unità monetarie comprende sia l’aumento della quantità di prodotti venduti sia l’aumento dei loro prezzi.
Se un dato è reale, l’aumento di prezzo sarà escluso, poiché tutto è valutato ai prezzi dell’anno presi come base, quindi ci si riferirà solo alla quantità di unità finali vendute, senza tenere conto della variazione dei prezzi. Per questo si chiama reale, poiché osserviamo la crescita fisica stessa.
Poi, dobbiamo capire che se l’economia cresce del 2% in termini nominali, ma i prezzi aumentano del 3%, in realtà l’economia sta diminuendo dell’1%. Meno prodotti finali sono venduti nel paese ad un prezzo più alto, quindi c’è in realtà un calo e le persone sono in grado di comprare meno cose con la stessa quantità di denaro.
È importante ricordare che questo metodo (sottrazione di percentuali) è valido solo per piccole percentuali. In caso di percentuali più elevate dovranno essere utilizzati altri calcoli.
Differenza tra NPV, valore nominale e prezzo di mercato
È importante distinguere tra valore reale, valore nominale e prezzo di mercato. A seconda della differenza tra questo prezzo pagato e il valore nominale che è stato attribuito a questo bene diremo che è stato pagato sopra il valore nominale (sopra la parità), sotto la parità (sotto la parità), o esattamente uguale al valore nominale (alla pari).
Ad esempio, l’azione di una società che è stata emessa con un valore nominale di 5 euro e che viene venduta o trasferita sul mercato per 6 euro, avrà quest’ultimo importo come prezzo di mercato. Tuttavia, il prezzo effettivo può essere completamente diverso. Ad esempio, se la società prevede un aumento degli utili nei prossimi anni dovuto ad un’innovazione, che non si riflette nel prezzo, il valore reale dell’azione (valore intrinseco) può essere di 7 euro.