Nel campo dell’occupazione, un lavoratore a tempo parziale è un lavoratore che non lavora a tempo pieno, cioè che lavora meno del limite legale di una giornata lavorativa completa.
Per capire correttamente cos’è un lavoratore a tempo parziale, bisogna capire cos’è un lavoratore a tempo pieno. I lavoratori a tempo pieno sono quelli che hanno l’orario di lavoro massimo stabilito dal legislatore.
Un esempio sarà meglio compreso: se la legislazione stabilisce che l’orario di lavoro massimo è di 40 ore settimanali, allora i lavoratori a tempo pieno sono quelli il cui orario di lavoro è di 40 ore settimanali. E quindi, i lavoratori a tempo parziale sono quelli il cui orario di lavoro è inferiore alle 40 ore settimanali. In breve, un lavoratore a tempo parziale può essere sia un lavoratore la cui giornata lavorativa è di 15 ore alla settimana, sia un lavoratore la cui giornata lavorativa è di 30 ore alla settimana.
Diritti e obblighi dei lavoratori a tempo parziale
I diritti e gli obblighi dei lavoratori a tempo parziale sono gli stessi dei lavoratori a tempo pieno. In altre parole, il lavoratore a tempo parziale non può avere meno diritti o meno obblighi del lavoratore a tempo pieno. Con una sola eccezione: la retribuzione.
La legislazione sul lavoro e i contratti collettivi prevedono di solito la retribuzione dei lavoratori a tempo pieno. Da qui si ottiene la retribuzione del lavoratore a tempo parziale, in proporzione al suo orario di lavoro rispetto al tempo pieno.
Esempio di lavoro a tempo parziale
Vediamo un esempio pratico di confronto tra il lavoratore a tempo pieno e quello a tempo parziale. Immaginiamo che la legislazione sul lavoro preveda che la giornata lavorativa a tempo pieno sia di 40 ore settimanali e che la retribuzione sia di 1000 unità monetarie. Stabilisce inoltre il diritto dei lavoratori a due pagamenti supplementari all’anno e l’obbligo di frequentare il lavoro, con un massimo di due assenze al mese. Troviamo un lavoratore a tempo pieno e un lavoratore che ha una settimana lavorativa di 28 ore.
Sia i lavoratori a tempo pieno che quelli a tempo parziale hanno diritto a due pagamenti extra e all’obbligo di frequentare il lavoro, come stabilito dalla legislazione sul lavoro, indipendentemente dal loro status. Ci sono differenze di retribuzione tra i due lavoratori:
- Lavoratore a tempo pieno. Il loro orario di lavoro è di 40 ore settimanali, pari a 1000 unità monetarie.
- Lavoratore part-time. L’orario di lavoro di questo lavoratore è di 28 ore settimanali, pari al 70% dell’orario di lavoro a tempo pieno. Ciò significa che la sua retribuzione è l’equivalente del 70% della retribuzione a tempo pieno. Trattandosi di 1.000 unità monetarie, quella del lavoratore a tempo parziale è di 700 unità monetarie (70 % di 1.000).
Ciò consente ai lavoratori di essere pagati meno del salario minimo. Il salario minimo interprofessionale si riferisce a un lavoratore a tempo pieno; pertanto, un lavoratore a tempo parziale può essere pagato meno del salario minimo interprofessionale. Questa situazione non può mai verificarsi per i lavoratori a tempo pieno.