Il FTSE MIB è il principale indice di cespuglio di Borsa Italiana, dove si trovano le 30 società più rappresentative con la maggiore capitalizzazione di questo mercato.
Le revisioni per capitalizzazione nell’indice di ciascuna delle società che lo compongono vengono effettuate due volte all’anno, a marzo e a settembre.
A partire dal 2009, l’indice è stato rinominato FTSE MIB a seguito della fusione tra la Borsa Italiana e il London Stock Exchange. Tra le società più importanti che compongono l’indice ci sono Pirelli, Mediaset, Telecom Italia, Mediolanum, Generali e Fiat. I settori più rappresentativi sono quello bancario e quello dell’energia.
Il suo prezzo massimo è stato di circa 24.000 punti, attualmente scambiato a 22.590 punti. L’indice è un attività sottostante pesantemente negoziato nel mercato di derivatiCiò è stato particolarmente vero durante la crisi del 2008-2013, a causa dell’attacco speculativo degli investitori al settore bancario, che ha fatto sì che le loro banche non passassero il prova di stress e la prova della solvibilità economica. Ci sono state anche speculazioni sull’insolvenza dei pagamenti da parte dell’economia italiana, che si è vista in questo periodo attraverso una significativa ripresa della sua CDS (Credit Default Swap).
La perdita massima dell’indice è stata registrata nel 2008 con un calo complessivo dell’intero anno del 48,40%. L’incremento maggiore è stato invece registrato nel 1997, con il 58,90%.
La sua volatilità rende questo indice un’attività altamente negoziata da trader e gestori di investimenti, cercando di battere i loro risultati come filosofia di politica d’investimento nei loro fondi. A tal fine, calcolano il Mercato Beta e la relazione dei loro portafogli con l’indice.