Il dumping è la pratica costante di vendere prodotti e servizi al di sotto del loro prezzo di costo.
È un termine anglosassone derivato dal termine “discarica” che significa versare o versare. Viene utilizzato come sinonimo di vendita al di sotto del prezzo di produzione o del costo di un prodotto con l’intenzione di far esplodere il mercato e la concorrenza.
Inizialmente, il dumping era legato alla pratica del commercio internazionale (dumping internazionale). In modo che un’esportazione venga spostata in un altro paese al di sotto del prezzo di costo per cercare di scacciare la concorrenza locale. Tuttavia, ora il dumping si sta verificando in tutti i campi e mercati, sia internazionali che locali. Anche se nei mercati locali è più comunemente noto come prezzo predatorio.
Tipi di dumping
Ci possono essere diversi tipi di dumping, a seconda dell’origine e della motivazione raggiunta:
- Sociale: Quando per legge è costretto ad avere prezzi bassi in alcuni prodotti, come i prodotti di sussistenza di base.
- Tasso di cambio: Motivato dalle variazioni dei tassi, in modo che in alcuni paesi il tasso di cambio fa sì che i prodotti siano venduti molto al di sotto dei loro concorrenti e al di sotto dei costi interni.
- Ufficiale: quando i prodotti hanno sussidi ed esenzioni fiscali per vendere a prezzi bassi.
- Predatorio: è il cosiddetto dumping, in quanto consiste nel vendere consapevolmente e in modo manifesto a prezzi sottocosto per entrare in un mercato o per formalizzare i monopoli. L’obiettivo è quello di causare perdite a breve termine per aprire profitti a medio e lungo termine, distruggendo l’industria circostante nel processo.
Sviluppo di pratiche anticoncorrenziali
Il dumping come pratica è sempre esistito. È comune trovare campagne di marketing in cui un prodotto viene regalato o venduto ad un prezzo molto più basso rispetto al target. Ma questo viene fatto su una base temporanea e apertamente nota. Mentre le pratiche anticoncorrenziali, tra le quali il dumping è indicato, intendono queste modalità come un modo sleale di partecipare e di competere in un mercato.
Tuttavia, è ben diverso operare in un mercato competitivo dove alcuni degli agenti operano in modo sleale, contraddicendo la politica e gli accordi commerciali della legislazione in vigore. In questo senso, sono gli accordi GATT (General Agreement on Trade and Tariffs) a livello globale che regolano queste pratiche in termini di commercio internazionale (esportazioni e importazioni). Mentre gli Stati stessi e gli accordi di libero scambio sono quelli che regolano e vietano tali pratiche a livello nazionale, impedendo così lo scoppio di un mercato con il funzionamento di pratiche anticoncorrenziali.