Il dumping internazionale è una tattica di penetrazione dei mercati internazionali, che consiste nel fissare prezzi inferiori al costo effettivo al quale la società ha effettuato l’esportazione (la società che vende in un altro paese), rendendo possibile che i prezzi di tale prodotto siano più bassi nel paese estero rispetto al paese che lo ha fabbricato.
In parole povere, il dumping internazionale si riferisce ai casi in cui un prodotto viene venduto in un altro paese a un prezzo inferiore a quello di produzione. Prendiamo ad esempio il caso delle scarpe.
L’azienda A produce scarpe al costo di 10 dollari nel paese di Zapatalandia. La sua intenzione è di venderli in un altro paese chiamato Bailandia. Così, infine, esporta scarpe a Bailandia e le vende per 8 dollari. Cioè al di sotto del prezzo di produzione.
Obiettivo del dumping internazionale
Ma, ci si potrebbe chiedere, perché un’azienda dovrebbe vendere al di sotto del costo di produzione? Sembra strano che un’azienda venda al di sotto del costo di produzione. Poiché questo significa perdere soldi.
Ora, l’intenzione alla base di tutto questo è quella di guadagnare quote di mercato e scacciare la concorrenza. Se una società ha la capacità di sostenere tali perdite per un certo periodo di tempo, e altre società non lo fanno, la conseguenza è evidente. L’azienda più potente rimarrà sul mercato e il resto dovrà chiudere.
Una volta scomparsi i concorrenti, l’azienda che vendeva sottocosto approfitta della sua posizione di potere per fissare prezzi più alti e fare più soldi.
Critica del dumping internazionale
Questa è una pratica che genera discussioni. Tanto che, in molti paesi europei, è vietato vendere al di sotto dei costi di produzione. Esistono tuttavia alcune eccezioni, ad esempio nei casi di sovrapproduzione o quando si può dimostrare che la vendita in perdita genera meno perdite rispetto al tentativo di vendere il prodotto a pieno costo di produzione.
I sostenitori del mercato dicono che questa è una buona cosa per il consumatore, in quanto troverà prodotti a basso costo.
Ma in che misura può permetterselo?
Logicamente, i produttori del paese importatore, a cui è destinato il prodotto oggetto di dumping, perdono quote di mercato e credibilità dovendo offrire i loro prodotti ad un prezzo più alto rispetto a quelli portati da altri paesi.
Esempio di dumping internazionale
Pensiamo ad esempio ad un’azienda non spagnola che è abbastanza solvibile da permetterle di vendere al di sotto del prezzo in perdita per anni. Alla fine riuscirebbe a cacciare tutti i produttori nazionali, prendendo l’intero mercato per il suo prodotto.
Come fatto curioso, la Cina è stata la più grande vittima delle misure anti dumping nel XX secolo.